L’uomo dall’unghia spezzata

Pasquale Costa, come molti altri coltellinai scarperiesi, all’inizio degli anni Sessanta dello scorso secolo abbandonò la bottega del padre Brunetto e la professione artigiana di coltellinaio per andare a lavorare in città, a Firenze, in un’azienda di un altro settore che offrisse una condizione economica migliore. In quegli anni nessuno credeva più nel futuro della coltelleria scarperiese e gli stipendi garantiti dalle grandi aziende che stavano allora nascendo attiravano facilmente gli artigiani, stanchi di una vita di mera sopravvivenza.

Per un artigiano coltellinaio era facile trovare lavoro in aziende metalmeccaniche: perché aveva certamente abilità preziose per l’industria, difficili da trovare tra le persone che nello stesso periodo abbandonavano altre attività tradizionali come l’agricoltura. Dopo una vita passata lavorando nell’industria e raggiunta ormai l’età della pensione, riemerge in Pasquale il desiderio di riempire le sue giornate esprimendo quanto aveva imparato da ragazzo nella bottega del padre: apre così a Scarperia una piccola bottega nella quale affila e ripara coltelli. Coincidenza vuole che il fondo in cui apre la sua bottega sia proprio lo stesso che aveva ospitato la prima bottega del mio bisnonno David Berti. Dopo alcuni anni, la proprietà gli chiede di lasciare libera la bottega che viene destinata ad altro uso, forse come garage. Pasquale, quasi disperato, sicuramente dispiaciuto, non riusciva a trovare una soluzione. Fu allora che gli proposi di utilizzare, gratuitamente, la nostra officina e le nostre attrezzature, per continuare la sua attività.

Da allora per molti anni, di tanto in tanto, lo vedevamo arrivare in bottega con un fagottino di coltelli, una casseruola con un manico rotto o un coltello senza manico che, nell’arco di poche ore, riparava e ripristinava per l’uso. Pasquale aveva nella nostra officina una postazione con una sua morsa preferita ed un cassetto a lui riservato, contenitore che ha nel tempo riempito di tutto il necessario per fare la sua semplice e modesta attività. Pasquale purtroppo non è più con noi, ma conserviamo sempre il suo cassetto come l’ha lasciato l’ultima volta che è venuto a trovarci.

Compresa una vecchia foto che lo ritrae giovane insieme ai suoi amici coltellinai di allora e l’immagine della sua mano, con l’unghia spezzata dal lavoro artigiano, che affila con sapienza una delle tantissime lame della sua intermittente, sofferta, ma anche felice, carriera di coltellinaio.

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